
Un cultural coach è colui il quale si domanda se è possibile creare la cultura che si desidera.
E quando questo è importante?
Ad esempio durante il merge di due organizzazioni oppure, dal punto di vista personale, quando vogliamo vivere in un contesto che ci rispecchi.
Prima che io possa creare alcunché è necessario che sia consapevole delle similitudini e delle differenze che ci sono tra le culture che si trovano a doversi venire incontro.
E’ qui che il Cultural Coach può intervenire, primariamente ponendosi tutta una serie di domande e ponendole ai suoi interlocutori affinché una materia tanto delicata ed in trasformazione costante come la cultura possa essere resa esplicita e compresa.
Nonostante come organizzazione o come singolo, possiamo essere in grado di guardare ai nostri comportamenti, alle pratiche e abitudini, alle regole che ci diamo, ai diversi livelli di comunicazione etc., ciò che ci fa sentire in armonia culturalmente, ci fa dire che siamo ‘in famiglia’ o ‘nel posto giusto’ è un buon grado di similitudine nei nostri rispettivi patterns.
Il Cultural Coach può aiutare a navigare i patterns culturali, demolire le assunzioni di base e i preconcetti, aiutando il singolo o il team a gestire le diversità, affinché non diventino conflittuali, e le similitudini perché siano il collante della collaborazione e della condivisione.
Quindi cosa è possibile chiedere al Cultural Coach?
- Fornire feedback a chi intraprende un percorso interculturale per guidarne le aspettative
- Aiutare ad individuare le sfide culturali, anticipando i rischi a cui si può andare incontro (in termini di identità as esempio)
- Migliorare i canali di comunicazione verbali, para verbali e non verbali
- Allenare all’open minded
- Come rispondere ai conflitti interculturali
- Valutare le regole, i riti, i comportamenti interculturali per disegnare un nuovo perimetro culturale